Santo Gemine
Dall'ultimo sabato di settembre alla seconda domenica di ottobre San Gemini rivive il clima e l'atmosfera medioevale attraverso le rievocazioni storiche in onore del Patrono Santo Gemine che culminano con la Festa del Patrono il 9 ottobre. La città si veste dei colori delle bandiere che i due Rioni, Rocca e Piazza, affiggono alle finestre, riaprono le antiche botteghe, le mostre, le taverne con i piatti tipici. I cortei e le manifestazioni storiche, animano le vie e fanno rivivere la a vita quotidiana ed istituzionale delle antiche famiglie nobili della città. Fra le sue manifestazioni più solenni "la pesatura dei ceri per l'offerta al Santo" che rievoca la cerimonia che si svolgeva già nel 1401, come testimonia un documento dell’epoca.
Santo Patrono di San Gemini
"Santu Yemin" Riproduzione di antichissima e rara Immagine del Santo, che traduce il significato del suo Nome: "La Destra Santa che sorregge la Sua Citta' e difende ed aiuta il Suo Popolo".
Siria sec. VIII – Ferento (Viterbo), 9 ottobre 815
S. Gregorio Magno, narra di un’eremita Isacco venuto dalla Siria e morto a Spoleto nel 550; questo per spiegare che era frequente che eremiti pellegrini, provenienti dall’Oriente, finissero i loro giorni nell’Italia Centrale.
Così potrebbe essere stato per Gemine, ma in seguito alla grande venerazione popolare che gli venne tributata, un anonimo autore, riempì i vuoti con un racconto leggendario in parte reale, in parte rifacendosi ad analoghe biografie.
Esso afferma che Gemine nacque in Siria nella seconda metà del secolo VIII, dal padre pagano Milisieno e da Belliade; si convertì al Cristianesimo e dopo aver esercitato, come il padre, il mestiere delle armi, decise di dedicarsi in Siria, alla vita eremitica, rinunciando ad una sicura carriera nella pubblica amministrazione.
Come i pellegrini eremitici di allora, prese a girare per vari luoghi, finché si trasferì definitivamente in Italia. Sbarcato sulle coste marchigiane, dimorò per un certo periodo nella zona di Fano (nel monastero di San Paterniano); poi si addentrò all’interno, giungendo verso Spoleto, ed infine arrivò nell'umbra Casventum, in provincia di Terni, qui condusse vita eremitica e penitente, suscitando la grande ammirazione del popolo che a lui accorreva per i suoi consigli.
Questa città venne poi distrutta da un attacco saraceno e quando fu ricostruita, cambiò il nome in San Gemini, in onore del santo anacoreta poi eletto a suo patrono; oggi è notoriamente conosciuta per le sue sorgenti di acqua minerale.
Negli ultimi anni della sua vita Gemine, entrò in un monastero benedettino, morì a Ferento, cittadina etrusca in provincia di Viterbo, il 9 ottobre 815, a 45 anni. E’ venerato oltre che a San Gemini, anche a Narni e Viterbo, dove sono conservate alcune sue reliquie.
Dall'ultimo sabato di settembre alla seconda domenica di ottobre San Gemini rivive il clima e l'atmosfera medioevale attraverso le rievocazioni storiche in onore del Patrono Santo Gemine che culminano con la Festa del Patrono il 9 ottobre. La città si veste dei colori delle bandiere che i due Rioni, Rocca e Piazza, affiggono alle finestre, riaprono le antiche botteghe, le mostre, le taverne con i piatti tipici. I cortei e le manifestazioni storiche, animano le vie e fanno rivivere la a vita quotidiana ed istituzionale delle antiche famiglie nobili della città. Fra le sue manifestazioni più solenni "la pesatura dei ceri per l'offerta al Santo" che rievoca la cerimonia che si svolgeva già nel 1401, come testimonia un documento dell’epoca.
Duomo di Santo Gemine XII sec.
Risalente al tardo gotico fu ricostruita nel XIX sec. dall’ingegnere Livoni, con la consulenza dello scultore Antonio Canova che qui soggiornò. La sobria facciata presenta un portale quattrocentesco. L’interno in stile neoclassico con accenti neo-barocchi conserva quattro tele: Martirio di San Sebastiano, Madonna con bambino e Santo Vescovo, San Matteo Evangelista ed Estasi di Santa Rita. Sotto l’altare maggiore è custodita l’urna con le reliquie attribuite a Santo Gemine, Patrono della città, rinvenuta nel 1775 in una nicchia murata adiacente alla sagrestia.
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Infiorata